
LA GUERRA E L'EMIGRAZIONE
La grande guerra
1915 - 1918
Tresnuraghes visse anni difficili e luttuosi; i mobilitati e richiamati furono numerosi e i morti sul fronte di guerra 41. Tanta forza lavoro in meno provocò grande disagio economico e seri problemi di sopravvivenza per diverse famiglie.
Il 15 settembre 1915 il sindaco Cesare Canalis e la giunta municipale, riunitisi, fecero il punto sulla distribuzione della farina ai più bisognosi. Per un importo di lire 3.300 ne erano stati acquistati 60 quintali e, nella primavera di quell'anno, ceduti ai meno abbienti contro pagamenti in contanti o dilazionati e mutui. La maggior somma di lire 73 ricavata dalla vendita fu devoluta a fa-vore della mobilitazione civile per la guerra, il 7 novembre 1915.
Il 1917 fu un anno di carestia; il disagio crebbe fino a temere lo scoppio di disordini per la mancanza di pane. Il 15 agosto il consiglio comunale, disponendo di somme offerte da cittadini generosi, deliberò di requisire con indennizzo il grano in eccedenza, onde far fronte ai disagi di parte della popolazione. Il provvedimento provocò forti resistenze da parte di chi ne fu oggetto e molto grano fu nascosto. Nonostante tutto però:
- fu approvato il nuovo regolamento di polizia rurale e la disciplina d' uso dei salti comunali;
- furono acquistate fonti per alleviare la mancanza d' acqua e continuò la battaglia per la costruzione della condotta idrica comunale;
- fu costruita la Via Nuova ( s' istràda noa ) chiamata poi Via Cesare Battisti, invece che Via Brigata Sassari, come anche fu proposto.
IL SACRIFICIO DEI TRESNURAGHESI
ELENCO DEI CADUTI
1. CARBONI GIOVANNI MARIA
2. CARTA ANTONIO GIOVANNI
3. CAVIA ANTONANGELO
4. CHIRRA LUGI
5. COSSU SALVATORE ANDREA RAFFAELE
6. CUCCU GIUSEPPE ANDREA
7. DERIU ANTONANGELO
8. DERIU SEBASTIANO
9. FAEDDA GIUSEPPE
10. FENU ANGELINO
11. MARRAS GIOVANNI AGOSTINO
12. MASTINU SEBASTIANO
13. NAITANA COSIMO
14. OGGIANU ANGELO ANDREA
15. OGGIANU FRANCESCO MARIA
16. ORO ANTONIO ANDREA RAFFAELE
17. ORO ANTONIO GIOVANNI
18. PALMAS SEBASTIANO
19. PODDIGHE SALVATORE
20. PORCU GIOVANNI ANTONIO
21. PORRU RAIMONDO RAFFAELE
22. SANNA PIETRO
23. SEDA PAOLO
24. SERRA ANTONIO MARIA
25. SERRA GIOVANNI BATTISTA
26. SERRA LUIGI
27. SOTGIU PAOLO di Antonio
28. SOTGIU PAOLO di Sebastiano
29. SPANU ANGELO
30. SULAS ANTONIO GIUSEPPE
31. SULAS FRANCESCO
32. SULAS GIOVANNI ANTONIO
33. SULAS GIOVANNI BATTISTA
34. TEDDE FRANCESCO
35. ZUCCA SEBASTIANO
Invito ad una lettura istruttiva
Emilio
Lussu
Un
anno sull'altipiano,
di
Emilio
Lussu,
è ancora oggi una delle maggiori opere della nostra letteratura
sulla Grande Guerra. L'Altipiano è quello di Asiago, l'anno quello
dal giugno 1916 al luglio 1917. Un anno di continui assalti a trincee
inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di
retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e
talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata
nella sua dura realtà di "ozio e sangue", di "fango e
cognac". Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette
in scena una spietata requisitoria contro l'orrore della guerra senza
toni polemici, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei
soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero
portato alla disfatta di Caporetto.
EMIGRAZIONE IN ARGENTINA
Fu quella più numerosa e difficile. La meta preferita era diventata l'Argentina nella quale resiste ancora oggi una forte colonia. Dopo la partenza dei primi pionieri, tra i quali il maestro Gavino Marras, nei primi anni del Novecento, la colonia dei tresnuraghesi a San Martin, San Fernando e Buenos Aires fu una delle più numerose della Sardegna. Intorno agli anni Venti oltre cento emigrati sottoscrissero la grande questua degli anni '22-'26 per i restauri delle chiese di Sant'Antonio e di San Giorgio. Il legame con il paese fu mantenuto vivo a lungo anche con una intensa corrispondenza epistolare in poesia dialettale, favorita dalle sollecitazioni di S. Moretti.
IL VENTENNIO


DESAPARECIDOS TRESNURAGHESI
LA STORIA DI EL TANO - MARTINO MASTINU
E
IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PER I DIRITTI UMANI

Nel 1976 in Argentina, subito dopo il golpe dei generali, scatta la caccia all'uomo. Trentamila giovani argentini, considerati oppositori, spariscono, diventano desaparecidos. Un'intera generazione viene inghiottita da un apparato repressivo silenzioso e inesorabile.
Tra le prime vittime un giovane emigrato sardo di Tresnuraghes, Martino Mastinu detto El Tano, sindacalista e coraggioso leader delle lotte operaie. Testimoni e documenti ci restituiscono la storia di Martino e di suo cognato Mario Bonarino Marras. Dei due sardi tresnuraghesi sappiamo tutto: quando, dove, come, perché e da chi l'uno fu sequestrato e l'altro ucciso. Per la loro morte e per la scomparsa di altri sei argentini di origine italiana vengono giudicati dalla Corte d'Assise di Roma sei militari e un prefetto argentino.
In ricordo di Santina
E' da poco scomparsa a Buenos Aires Santina Mastinu, sorella di Martino, detto El Tano, desaparecido il 7 luglio del 1976 e moglie di Mario Manca, ucciso un mese prima da una squadraccia di militari mentre cercavano di catturare il cognato che si era nascosto nell'isoletta di Paycarabì nel delta del fiume Paranà.
Nel video di 10 minuti girato dagli studenti dellascuola di cinematografia "Ernesto Favio" di Buenos Aires nel 2017, Santina rievoca la sua tragedia personale: fu sequestrata e torturata per farsi dire dove si nascondesse il fratello, poi liberata e tenuta sotto sorveglianza. I militari un giorno la seguirono sino alla chiesa parrocchiale del quartiere Pacheco, dove El Tano la incontrò per l'ultima volta. Il giorno dopo gli stessi uomini andarono a prendere Santina e la costrinsero a portarli alla casa dei cugini Demontis di Tresnuraghes, dove Martino si era rifugiato, in attesa di poter espatriare per l'Italia. I quattro militari catturarono El Tano e lo portarono alla Prefettura navale di Pacheco, periferia di Buenos Aires. Di Martino i familiari non seppero più nulla.
Durante i processi tenuti a Roma tra il 1997 e il 2004, contro i quattro componenti della "patota", un prefetto navale e due generali che avevano dato l'ordine di sequestrare il giovane tresnuraghese, fu detto che El Tano fu recluso nel centro di detenzione di Campo de Mayo e poi gettato in mare da un aereo in uno dei "voli della morte".
Martino Mastinu aveva solo 27 anni, emigrato con la famiglia da Tresnuraghes alla fine degli anni Cinquanta, era diventato uno dei leader del sindacato degli operai nei cantieri navali di Tigre. Nel 1974 era stato nominato rappresentante dei cantieri e incaricato di portare avanti le trattative sulla sicurezza sul posto del lavoro al Ministero. In quel periodo di grandi proteste sindacali guidò una manifestazione di migliaia di operai. Fu sequestrato una prima volta, torturato e poi rilasciato da una squadra di paramilitari sotto la minaccia che l'avrebbero ucciso se avesse continuato nel suo attivismo politico. Martino era vicino al movimento dei Montoneros peronisti. All'indomani del golpe del 24 marzo 1976, sapendo di essere nel mirino dei militari, si nascose in un'isoletta nel delta e poi a Buenos Aires a casa di compaesani dove fu scoperto e catturato poco prima di partire per l'Italia.
El Tanto fu uno dei 30 mila desapericidos, di cui almeno 500 di origine italiana, vittime della feroce dittatura dei generali.
Nel video l'ultima intervista alla coraggiosa Santina Mastinu che testimoniò nei tre processi che si svolsero a Roma tra il 1999 e il 2004 contro i militari argentini accusati dell'uccisione del marito Mario Bonarino Marras e del fratello Martino.
