LE TORRI COSTIERE

22.11.2023

 TORRE FOGHE

PERCORSO

Situata nel caratteristico promontorio di Punta Foghe, è raggiungibile dall'abitato di Tresnuraghes passando lungo la strada che, costeggiando il corso del Riu Mannu, conduce alle chiese di S. Antonio, di San Marco, alla cartiera ottocentesca per poi arrivare al mare, percorrendo complessivamente 11 km.

IL NOME E LA POSIZIONE STRATEGICA

Il toponimo della zona, e di conseguenza della torre, prende il nome dalla foce del Riu Mannu. L'area è stata definita quindi Rio Foghe, Rio Foghedoglia, Fogudolla (1639-1719), Fogo d'Oglia (1720-1721), Fogudoglia (1833-1843), Foguedolla (1572; 1604; 1740), Foguedoglia (1720; 1767; 1780; 1794), Fogue d'Oglia (1784), Foghedoglia (1786; 1800;1825), Foghed'olia (1590). Una relazione del 1786 spiegava l'importanza di questo caposaldo: "la torre di Foghedoglia ritrovasi in un sito importantissimo, perché domina un porto soggetto all'incursioni de' Barbareschi e dove i bastimenti reconsi per la provvista dell'acqua di quel fiume". Infatti,situata a 70 metri sul livello del mare, aveva un campo visivo di 30 km ed era in contatto con le torri di Ischia Ruggia e di Capo Nieddu. Dominava dunque l'accesso al Riu Mannu, possibile rifornimento d'acqua per i pirati barbareschi.

DESCRIZIONE E CENNI STORICI

La torre è costituita da due corpi cilindrici di diametro quasi identico; l'attacco della seconda struttura si colloca a un terzo dell'altezza. Il diametro alla base della torre è di 8,60 metri e l'altezza di 9,60 metri. All'interno vi è una camera circolare voltata a cupola, priva di feritoie, con un caminetto interno; l'unica apertura è il boccaporto, situato ad un'altezza di 4 metri dal suolo. Sulla sinistra dell'ingresso, una scala, ricavata nello spessore murario, permette l'accesso alla terrazza esterna o piazza d'armi. Il materiale con il quale è stata realizzata la torre, proviene dalla zona; per la struttura sono state utilizzate delle rocce basaltiche, mentre l'arco e gli stipiti del boccaporto sono in vulcanite rossa. La torre fu costruita probabilmente in un periodo compreso tra il 1580 e il 1590, in quanto compare nella relazione di Giovanni Francesco Fara sulle torri esistenti prima del 1591. Precedentemente, secondo la relazione del capitano di Iglesias, Marco Antonio Camos, che aveva compiuto un censimento delle coste della Sardegna e dei siti più frequentati dai corsari, esisteva alla foce del fiume un posto di guardia costituito da due uomini pagati dai corallari di Bosa. Nel 1604, sono documentati i primi lavori di riparazione. Altre opere di restauro sono attestate nel 1720, quali l'intonacatura delle pareti e della terrazza e la risistemazione delle garitte e della mezzaluna. Da una relazione del 1729, la torre viene definita "de armas", di difesa pesante; invece secondo la relazione del Ripol del 1767, il fortilizio funzionerebbe come torre di segnalazione essendo, sempre secondo il relatore piemontese, la guarnigione presente nel fortilizio composta soltanto dall'alcaide (il capitano della torre), da due soldati e da un arsenale, costituito da un solo cannone e una spingarda. Nello stesso anno, fu progettato un nuovo restauro della torre di Foghe e di quella di Argentinas, dal colonnello delle torri De Brondel; nel 1784 furono eseguite altre riparazioni. Nel maggio del 1799 la torre fu teatro di un tentativo barbaresco di catturare due imbarcazioni bosane, prontamente rifugiatesi sotto la sua protezione e da questa difese a colpi di cannone. La notizia si diffuse rapidamente fino a Cuglieri, sede del Marchese della Planargia, assieme al timore per un'invasione imminente. Ma l'immediato stato d'allarme e il pronto accorrere a Foghe della milizia scongiurarono ogni ulteriore pericolo.

Nel 1833 fu ristrutturata nuovamente, insieme alle torri di Ischia Ruggia e di Columbargia. Nel 1842 fu soppressa la Reale Amministrazione delle Torri e l'anno successivo fu dismessa.


TORRE COLUMBARGIA

PERCORSO

La torre è situata in posizione isolata nella costa di Tresnuraghes. Per arrivarci in automobile si deve percorrere un'impervia stradiciola che segue il corso di un ruscello sino al mare nei pressi del fortilizio. Consigliabile raggiungerla, solo a piedi, dalla spiaggia di Porto Alabe, camminando per circa un chilometro lungo la costa.

L'ingresso è a 4 metri dal suolo, ma l'ascesa è facilitata dalla presenza di numerose asperità nel paramento murario. Dato lo stato precario della muratura è comunque sconsigliabile tentare di accedervi. Al momento la torre necessita di urgenti lavori di messa in sicurezza onde evitare crolli.

IL NOME

L'area venne sempre nominata la Columbargia, sicuro riferimento alla nidificazione dei colombi. Lo storico Giovanni F. Fara riportava "Columbariae seu Fiscellae" (1950).

POSIZIONE STRATEGICA

La torre è situata su un suggestivo promontorio presso la foce di un rigagnolo che scende dalla zona di Tresnuraghes. Al di sotto del promontorio si trova un piccolo antro scavato dall'erosione nel duro basalto, dove si poteva facilmente nascondere una piccola imbarcazione di pirati. L'importanza del sito è sottolineata dalla presenza di due bunkers della seconda guerra mondiale. Dall'altezza di 40 metri dal terrazzo aveva un panorama di circa 23 Km ed era in contatto con la torre di Ischia Ruia a sude e quelle di Bosa e di Argentina a nord, nonché con la guardia di Capo Mannu.

CHE COSA RIMANE

Attualmente rimane una piccola torre cilindrica di 8 metri e mezzo di diametro e altrettanti d'altezza sino al lastrico. Il progettista, forse di matrice catalana, inserì nella volta della camera interna un pilastro di sostegno, dando alla stessa la forma "a fungo", tipica perà delle grandi torri "de armas", dotate di pesanti cannoni. L'interno, di solo 6 metri di diametro, permetteva la presenza di una striminzita guarnigione di due uomini, essendo infatti una semplice torre di guardia (1729), con una guarnigione costituita da un alcade e due soldati (1780; 1794; 1825). Anche l'ascesa alla piazza d'armi era possibile solo con una scala in legno attraverso una botola.

CENNI STORICI

Nel 1572 in località Columbargia stavano due guardie pagate dalla città di Bosa, ma si consigliava di costruire una torre. Il manufatto fu innalzato negli anni 1580-90 a spese della città di Bosa. Nel 1720 richiedeva solo un intervento di manutenzione. Nel 1784 si spesero 33 lire sarde e 15 scudi per riparare la torre coi lavori del capomastro Eusebio Carta e capitano M. Marciot. Due anni più tardi, nel febbraio del 1786, occorreva il ripristino della garitta aperta sull'ingresso. Date le piccole dimensioni, il manufatto era sprovvisto di cisterna per l'acqua; per questo motivo fu dato incarico al maestro Salvator Pinna Soddu di scavare un pozzo al prezzo di 50 scudi, lavoro che cominciò nell'agosto 1791. Nel 1833 furono effettuate altre riparazioni. Nel marzo 1843 era ancora presidiata.

Oggi, come si diceva in precedenza, si trova in uno stato precario e necessita di un urgente intervento di messa in sicurezza per evitare possibili crolli.



TORRE ISCRA RUIA

PERCORSO

Posta ad un paio di chilometri più a nord di Punta Foghe, è ragiungibile dall'abitato di Tresnuraghes seguendo lo stesso itinerario che porta a quella torre, cioè, passando lungo la strada che costeggiando il corso del Riu Mannu conduce alla chiesa di S. Antonio e di San Marco. Due chilometri prima di arrivare al mare, si prosegue a piedi per un mille metri circa sino alla torre. L'ingresso è reso possibile da una scala in muratura.

IL NOME

Il nome, leggermente corrotto, ripropone un tipico toponimo marittimo: l'Isola Rossa, nome di una torre gallurese e anche dell'isoletta su cui sorge la torre di Bosa o di quella posta di fronte alla torre del Budello. Varie versioni: Isclae rubrae (1585); Isla de la Robia (1639); Isla Ruyna (1639-1680); Isola Rossa (1720); Isla Ruya (1729-1740); Iscla Ruya (1780-1794); Isola Buia (1800); Isola Ruya (1784-1825); Iscla Rubja (1833). Nel 1720 compariva la variante "Scala Rossa": Iscala Ruya (1720-21); Scala Ruia (1887).

POSIZIONE STRATEGICA

Nel 1786 si fa notare che "quella d'Iscla Ruya è situata in un sito relativamente meno importante" di quella di Foghe. Infatti proteggeva la foce di un rigagnolo che scendeva sempre da Tresnuraghes, oltre a mantenere il sistema semaforico di allarme essendo visibile dalle torri limitrofe di Foghe a sud e Columbargia a nord. Aveva un discreto campo visuale, di circa 26 Km.

CHE COSA RIMANE

Come varie torri della Planargia e della costa occidentale, ha la forma di un cilindro su basamento scarpato troncoconico, con un cordolo in pietra intermedio. Conservatasi in mediocri condizioni, la minuta struttura ha un diametro di base di circa 7,40 metri, che si riducono a 7 metri nel corpo cilindrico. L'interno, aperto a 4 metri dal suolo, è una piccola camera senza aperture oltre all'ingresso ed alla botola sulla volta a cupola. Il terrazzo non presenta caratteristiche notevoli per lo stato di conservazione.

CENNI STORICI

Fu costruita negli anni 1580-1590 a spese delle popolazioni della Planargia che contribuirono al suo mantenimento per tutto il periodo in cui rimase attiva. Era una torre di guardia (1729), con una guarnigione composta da un alcade e due soldati (1720; 1767; 1780), nel 1794 ridotta ai soli due torrieri (1794; 1825). Considerata la posizione che difendeva, era discretamente armata. Nel 1720 l'ingegner De Vincenti trovò la struttura in buone condizioni, prospettando una semplice impermeabilizzazione della terrazza. Gli altri lavori di restauro furono eseguiti nel 1784 a cura del capomastro Eusebio Carta e capitano Marciot per la spesa di 17 lire sarde. Nel 1794 venne soppressa la carica di alcade e nella torre rimasero solo due uomini di guardia, come confermò un altro documento nel 1825. Altre riparazioni ci furono nel 1838. Dopo il 1842 venne ancora presidiata, forse con altre funzioni.



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